Sposata al marchese Lomellini, fu con i duchi di Galliera tra i più noti benefattori nella Genova dell’800.
Grazie all’ingente patrimonio lasciatole dal padre, fondò l’asilo infantile Tollot, in via Vincenzo Ricci, riservato ai piccoli indigenti ed ispirato ai metodi educativi più avanzati per i tempi, moderno anche architettonicamente.
La dedizione ai piccoli fu forse anche legata alla dolorosa mancanza di eredi (le figlie Emma e Ginevrina morirono a 19 anni ed a 4 mesi).
Lo scultore Giovan Battista Cevasco scolpì il busto della donatrice nella lunetta di ingresso dell’asilo e la statua della tomba, simbolo della Beneficenza.
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Grazie all’ingente lascito della maggior parte della sua eredità paterna, del 1881, fu fondato l’Asilo infantile Tollot, tuttora esistente, destinato ai bambini bisognosi e organizzato con criteri moderni, anche sotto l’aspetto architettonico, con programmi didattici all’epoca d’avanguardia, perché inteso come istituzione educativa e non come semplice luogo di custodia.
Il marchese Giovanni Ricci, esecutore testamentario incaricato della costruzione dell’istituto, commissionò allo scultore Cevasco il busto della donatrice, collocato nella lunetta in alto.
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